“Un chimico” è un famoso pezzo del noto Fabrizio De Andrè.
La canzone ci dimostra che la vita va vissuta, che questa faccia soffrire o ci renda felice. Perché la vita è questo, ed è bella proprio per questo motivo (son morto in un esperimento sbagliato, proprio come gli idioti che muoion d’amore). Se tanto bisogna morire, conviene vivere. È vero, si può soffrire. Ma si può anche essere felici. Meglio una vita cosi che una vita senza sofferenza ma anche senza divertimento.
Il protagonista della canzone considera idiota chi soffre per amore (ma gli uomini mai mi riuscì di capire perché si combinassero attraverso l’amore) e considerando quest’ultimo un gioco (affidando ad un gioco la gioia e il dolore).
La sua felicità sono gli esperimenti scientifici, cose che solo chi ha studiato è in grado di capire (ma guardate l’idrogeno tacere nel mare, guardate l’ossigeno al suo fianco dormire: soltanto una legge che io riesco a capire ha potuto sposarli senza farli scoppiare). Però non capisce la legge dell’amore (soltanto una legge che io riesco a capire).
Conferma quello che ho detto prima, cioè che l’amore porta felicità e tristezza. Solo che lui dice che la gioia è dovuta alla ricerca della donna o dell’uomo giusti (guardate il sorriso guardate il colore, come giocan sul viso di chi cerca l’amore); mentre il trovarlo porta dolore (ma lo stesso sorriso lo stesso colore, dove sono sul viso di chi ha avuto l’amore).
Ed invece è proprio l’incontrario. Chi lo cerca soffre perché non lo trova o comunque perché non l’ha; invece chi lo ha può essere sia felice che triste. Dipende da come va la relazione.
E allora c’è un modo migliore per morire? No, non credo. Varia da persona a persona
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