Quinto ed ultimo singolo estratto dal Greatest Hits di Elisa del 2006, “Qualcosa che non c’è” è uno dei brani più personali ed autobiografici mai scritti dalla cantautrice trentina.
Pur avendo sempre dichiarato di trovarsi meglio ad interpretare canzoni in lingua inglese, la cantante ha dato più volte prova di sapersi destreggiare degnamente anche con la lingua italiana: questo brano ne è un’ulteriore conferma.
Scritto dopo un periodo di blocco creativo, il testo mette in luce le difficoltà di una giovane donna nel costruirsi la propria identità, le insicurezze, il bisogno di confrontarsi con il mondo esterno e allo stesso tempo la paura di non essere all’altezza delle aspettative.
Dall’inseguimento di modelli irraggiungibili alla ricerca di una propria dimensione interiore, il punto di approdo è la creazione di un equilibrio che, per quanto labile, è una conquista ottenuta con sudore e fatica, senza risparmiare energie e delusioni.
Mette a nudo sé stessa Elisa, le proprie fragilità di donna e di artista, ma canta anche e soprattutto del bisogno di tutta una generazione di suoi coetanei di aggrapparsi a pochi, semplici ma imprescindibili punti di riferimento.
Con la sua voce carezzevole e vellutata ci regala un canto di speranza, un appello a non lasciarsi sopraffare da un’esteriorità vuota e spesso priva di senso.
Perché le cose realmente importanti sono davvero poche e il segreto è riuscire a prendere le giuste distanze dal superfluo per giungere al cuore delle cose, senza lasciarsi abbagliare da inutili orpelli.
Ed è soprattutto un invito a non prescindere mai da sé stessi, dai propri sogni e dalle proprie aspirazioni, unici veri motori dell’esistenza umana.
Il brano è stato piuttosto ignorato dalle radio nazionali, ma ha fatto parte della colonna sonora del film Generazione Mille Euro di Massimo Venier.
Per riscuotendo un successo esteso e trasversale, la musica di Elisa merita un ascolto attento e ponderato: per molti ma non per tutti.
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