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Rap in Italia?

Spesso ho sentito molti appassionati di musica domandarsi se il rap abbia senso in Italia, se questo genere che ha raggiunto la sua massima espressione in America possa essere esportato in una realtà completamente differente come quella italiana.  E’ possibile parlare di scontri tra gang, di quartieri, di bulli e pupe in un ambiente culturale che è vittima della canzone d’amore rassicurante, in un Paese che si esalta per il Festival di Sanremo e il Festivalbar e ignora ogni tipo di innovazione sonora?

Il rap, innanzitutto, non è un semplice genere musicale  ma è una cultura. Non è soltanto un fenomeno che nasce dal basso, ma è l’espressione di un approccio alla vita che può sorgere da qualsiasi ambiente sociale (non a caso, i Beastie Boys, uno delle più importanti crew di sempre, sono figli della buona borghesia newyorchese).
Gli stereotipi relativi alle macchine grosse, alle catene, ai vestiti larghi, alle pistole, alla misoginia sono da prendere con le pinze.
E vorrei provare a dimostrarlo parlando di quelli che considero i dieci migliori album italiani di rap del decennio. Italiani, proprio perchè il rap è un linguaggio universale capace di esprimersi in qualsiasi angolo del pianeta.

10 – Ape -Venticinque (Vibrarecords, 2003)
Ape è un rapper brianzolo che affronta argomenti come il rapporto con i genitori, quello col proprio paese e la delusione dei rapporti personali. L’illusione dei sentimenti è il leit motiv di questo bel debutto.
Da ascoltare: ‘Cose che succedono’.

9 – Colle der Fomento – Anima e ghiaccio (Rome Zoo, 2007)
I Colle der Fomento sono una delle più storiche crew italiane. Arrivano dai novanta ma si sono sempre discostati dalle Posse politicizzate per occuparsi invece di “vita”, citando il loro brano più celebre. Con quest’album si sono rilanciati alla grande, grazie a un flow indiavolato e rime al vetriolo.
Da ascoltare: ‘Pioggia sempre’.

8 – Nesli – Ego (Teste Mobili Records, 2002)
Nesli è il fratello minore di tale Fabri Fibra. Nesli è anche un fantastico paroliere in grado di raccontare le emozioni di “un ragazzo qualunque”. Uno stile personalissimo sorretto da un senso della melodia che fa invidia ai migliori produttori d’Oltreoceano.
Da ascoltare: ‘Parole da dedicarmi’.

7 – Dargen D’Amico – Di vizi di forma virtù (Universal, 2008)
Un album che trabocca di idee, suoni e parole. Dargen è un numero dieci, fantasioso, geniale, ironico ma sempre radicato alla realtà. Si parla anche di precariato, non solo nel lavoro ma soprattutto nei sentimenti. E poi, basi musicali semplicemente spaziali, flow infuocato.
Da ascoltare: ‘Il rap per me’.

6 – Truceboys – Sangue (Traffik Records, 2003)
Un immaginario orrorifico fa solo da contorno a canzoni che parlano di infanzia negata, amori irrealizzabili e frustrazione. Vittime di polemiche per il loro linguaggio forte e sboccato, i Truceboys sono i cantori di una realtà che esiste e che si esprme nel modo più autentico per trovare uno spiraglio di luce.
Da ascoltare: ‘Inferno minorile’.

5 – Dj Shocca – 60 Hz (Vibrarecords, 2004)
Tra quelli menzionati, è l’opera più legata al lato tecnico. Stiamo parlando di un piccolo capolavoro. Beat irresistibili e una raccolta di rappers tra i migliori in Italia. Le canzoni? Parlano di sconfitta e discriminazione, di rinascita e fratellanza.
Da ascoltare: ‘Notte blu’.

4 – Mondo Marcio – Mondo Marcio (Vibrarecords, 2004)
Prima di un look improbabile e di un video tra i più trasmessi di sempre, Gianmarco Marcello era un adolescente che parlava di sè per parlare della sua generazione confusa tra fumo e assenza di ideali. Uno stile discutibile compensato da una manciata indimenticabile di canzoni.
Da ascoltare: ‘Tieni duro’.

3 – Club Dogo – Mi Fist (Vibrarecords, 2003)
Tecnicamente non si discutono. Le basi sono perfette, tra le più belle al mondo. E i testi di quest’album sono al livello del resto. Un album che è diventato un manifesto, maturo e debordante di passione per la musica.
Da ascoltare: ‘Cronache di resistenza’.

2- Fabri Fibra – Turbe giovanili (Vibrarecords, 2002)
Il personaggio più famoso e discusso ha scritto uno degli album più intimi, agrodolci e belli degli ultimi anni. I rapporti interpersonali sono descritti in maniera esemplare, l’amore è spesso presente ed è assente l’irriverenza delle opere successive. Uno stile trascinante benedetto dalla raffinata produzione di un certo Neffa.
Da ascoltare: ‘Come te’.

1 – Co’Sang – Chi more pe’mme (Vibrarecords, 2006)
I Co’Sang non sono interessati alla rivoluzione. Preferiscono dar voce alle paure e ai sentimenti delle persone, della loro gente che vive una realtà “peggiore della Colombia”. Violento, essenziale, le potenzialità di questo genere musicale vengono sfruttate al massimo. Il risultato è l’album più sconvolgente e importante del decennio.
Da ascoltare: ‘Ind’o rione’

Categories: Musica

Emiliano