“Come mai” è un famoso pezzo dei noti 883.
La canzone è d’amore. Il protagonista prova che tutto sia da fare pur di riavere accanto la donna amate, che si capisce non lo ama.
Non riesce ad addormentarsi perché le manca troppo e quindi nelle notti passate insonni le scrive lettere d’amore nella speranza che lei torni (le notti non finiscono all’alba nella via, le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia. E poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere, sperando di vederti ancora qui).
Lei non lo ama quanto lui ama lei. Lei non lo capisce. Ma lui è talmente innamorato da non capire tutto questo e si sente come in un film d’amore, una favola con il lieto fine (inutile parlarne sai, non capiresti ami. Seguirti fino all’alba e poi, vedere dove vai. Mi sento un po’ bambino ami, lo so con te non finirà, il sogno di sentirsi dentro un film).
Tempo prima aveva giurato di non innamorarsi mai, di non diventare mai come gli idioti che amano. E invece c’è caduto anche lui e ne vuole uscire. Farebbe di tutto per riuscirci (e poi all’improvviso, sei arrivata tu. Non so chi l’ha deciso, mi hai preso sempre più. La quotidiana guerra con la razionalità, vada bene pur che serva per farmi uscire).
Trovava inutile soffrire per amore, ma adesso è totalmente cambiato. Gli amici non lo riconoscerebbero più, non tanto per l’aspetto fisico ma più per questo nuovo aspetto del suo carattere (gli amici se sapessero che sono proprio io, pensare che credevano che fossi quasi un Dio. Perché non mi fermavo mai, nessuna storia inutile, uccidersi d’amore ma per chi).
E non capisce cosa gli succede. Non sa com’è possibile che una donna gli faccia questo effetto. In effetti ha ragione perché non è la donna a farlo diventare cosi, ma l’amore (come mai, ma chi sarai, per fare questo a me, notti intere ad aspettarti, ad aspettare te. Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui, qui seduto in una stanza pregando per un si)
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