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Un treno direttamente dalla catalogna – Sau

El_Tren_De_Mitjanit_Sau

Qualche anno fa un’amica catalana mi aveva regalato una sorta di compilation di rock català, ovvero di brani pop rock cantati in catalano. In un primo momento la barriera linguistica mi fece esitare ma dovetti ricredermi non appena il cd iniziò a suonare.

Una canzone mi colpì in modo particolare, si trattava di El Tren De Mitjanit del duo Sau. Purtroppo la band si ritirò dalle scene nel 1999 a seguito della morte prematura di uno dei due componenti.

La musica di questo brano, un misto di percussioni e chitarra, è quanto di più piacevole ci si possa aspettare e contribuisce non poco ad appianare il problema linguistico grazie al linguaggio universale della buona musica.

Bisogna poi dire che il catalano è molto più simile all’italiano di quanto si pensi e, quindi, anche il testo si lascia comprendere piuttosto bene con un po’ di elasticità mentale.

Per quanto riguarda il testo, così come la maggior parte dei testi di questo genere bisogna dire che è piuttosto poetico e suggestivo. Dopo tutto non bisogna dimenticare che il catalano è diretto discendente del provenzale, la lingua dei trovatori e dei poeti medievali.

Il treno di mezzanotte del titolo, è quello che, metaforicamente, parte tutte le notti e su cui possono rifugiarsi tutti quelli che per un motivo o per un altro, soffrono.

Fra questi vi sono poeti, persi nei loro stessi scritti, le persone sole, quelli che come l’autore della canzone si sentono delusi e sono stanchi di vivere un sogno e vogliono che questo si concretizzi.
Il treno di mezzanotte è anche per tutte le persone depresse, ormai troppo immerse nella nebbia che li attanaglia e li confonde e anche per le anche le varie Giuliette alla ricerca dei loro Romeo.

Insomma, i Sau vogliono far capire che non si è mai soli nemmeno nel proprio dolore, anzi che è una condizione più che comune, dal momento che non sempre si può essere fortunati e bisogna saper accettare anche questi momenti e trovare la forza per andare avanti e superarli.

Categories: Musica Pop Recensioni Rock

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matteo