“Lo strano percorso” è un famoso pezzo dei mitici 883.
La canzone parla dei ricordi di un uomo riguardo ai suoi amori infantili. Quelli più belli perché innocenti e ancora fiduciosi che sia per sempre.
Ricorda della prima volta che si è trovato solo con una ragazza, l’imbarazzo iniziale di chi è alle prime armi. Non saper cosa fare, come comportarsi, dove mettere le mani. Aver paura di sbagliare perché la teoria è una cosa, la pratica un’altra. E la seconda è decisamente più difficile da imparare perché non basta studiarla, bisogna esercitarsi (c’è un tempo per i primi sospiri tesi insicuri, finché l’imbarazzo va via. Col sincronismo dei movimenti, coi gesti lenti, conosciuti solo in teoria).
E si è convinti che tutto durerà per sempre. Si crede ancora nell’amore vero perché non si ha ancora sofferto. Nessuno ci ha ancora tradito, lasciato, preso in giro. E quindi si crede ancora nel “e vissero per sempre felici e contenti” delle favole (come nelle favole, fin sopra alle nuvole. Convinti che quell’istante durerà, da lì all’eternità).
Da giovani il tempo non manca. Si aspetta anche per tanto che torni l’amore (il sorriso). C’è chi perde subito la speranza di ritrovarlo per una forte delusione avuta. Poi c’è chi, invece, è più sognatore e continua a aspettarlo (c’è un tempo per qualcosa sul viso, come un sorriso, che non c’era ieri e oggi c’è. Sembrava ormai lontano e distante, perso per sempre, invece è ritornato con te. con te che fai battere il cuore, che fai vivere il tempo per tutto il tempo che verrà, nel tempo che verrà…)
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