L’insieme dei brani che si ascoltano in questo album sorprende molto chiunque li ascolti, se non si conosce Giovanna Marini. Infatti, la raccolta di brani popolari italiani riadattati e qualche pezzo della Marini stessa è sicuramente inusuale e fuori dal tempo. Tuttavia, l’album è interessante e notevole proprio per questo.
In un contesto in cui la musica popolare sembra un genere dimenticato, per anziani ballerini di quadriglia, per qualche sagra di campagna o per qualche compleanno dell’anziana nonna, Marini e De Gregori rilanciano e contestualizzano canzoni che ci sono utili per ricordare il nostro passato di emigranti e delle ingiustizie che altri italiani anno incontrato all’estero, per sottolineare le differenze che esistono sul nostro territorio e quanto queste stesse differenze ci uniscano.
Le canzoni sono molto diverse tra loro. Sicuramente sarà facile distinguere le preferite tra le altre in quanto non bisogna certo dimenticare il divario temporale che intercorre tra le canzoni e la musica odierna. Tuttavia, non si potrà non notare la maestria di Giovanna Marini, della Scuola di Musica Popolare di Testaccio, la quale interpreta alcuni suoi precedenti brani, ma dà il meglio di sé in altri brani, come Lamento per la morte di Pasolini.
Insomma, alla base di questo album è essenziale immaginarsi di fare un viaggio, attraverso tempi e luoghi conosciuti della storia d’Italia, ma che ci vengono riproposti sotto nuova forma dai due bravissimi cantautori. Tuffarsi in queste sonorità a volte ostiche al primo ascolto richiede una buona dose di apertura mentale e predisposizione.
Il mio consiglio è di non limitarsi all’ascolto e di approfondire gli argomenti delle canzoni prima di far andare di nuovo il cd: nuove emozioni si nascondono a chi si abbandona a questa musica.
Categories: Musica Pop Recensioni