Potrebbe esservi capitato di aver ascoltato questa canzone e di non aver apprezzato molto la creazione di Rino Gaetano, vuoi per l’attacco, per la musica un po’ ripetitiva, il modo in cui è cantata la canzone che sembra farla sembrare una cantilena. Tuttavia, il vero valore di questa creazione, stupendamente nostalgica, è da ricercare solo nel testo.
Con questa chiave di lettura, a mio parere, scoprirete una canzone totalmente differente. Infatti, scoprirete la malinconia di un ragazzo costretto a lasciare la sua terra d’origine per trasferirsi a Roma, città che ha sempre amato, ma non era certo la sua Calabria.
In questa canzone, trovo i prodromi della solitudine di Rino nella capitale. Mi sembra quasi di sentire lo sfogo di un ragazzo che vorrebbe tornare a vivere in un luogo che ama tanto solo perché vi è nato. Anche il voler iniziare la canzone e intitolarla nella stessa maniera è un segno di come forse questo discorso lo ha già fatto a qualche amico di Roma, senza essere capito.
E’ un brano che evoca delle immagini forti, evidentemente radicate nella memoria di Rino Gaetano. Si sente il bisogno di condividerle, di cercare qualcuno con cui condividere questi pensieri sulla propria terra di origine.
E’ una canzone per i migranti, questa, per chi lascia la propria casa e sa che difficilmente tornerà a casa. E’ una canzone che evidenzia come le scelte della vita ci portino via da ciò che amiamo a volte e da ciò che ci dà sicurezza per un possibile futuro. La malinconia che sento in questo pezzo è purtroppo forte e si trova in un album, Ingresso Libero, che sicuramente non è dai toni accesi, tuttavia dà un libero sfogo ai ricordi del cantautore e per questo è un pezzo unico.
Categories: Musica Pop Recensioni