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Billy Elliot e la danza

Billy Elliot

Una delle migliori uscite cinematografiche del 2000 fu senza dubbio Billy Elliot, piccolo film inglese, senza pretese né effetti speciali, ma dal forte impatto emotivo e sentimentale.
Il film racconta la storia di un ragazzino che si appassiona al balletto classico a tal punto da riuscire a convincere la propria famiglia, dalle vedute non esattamente ampie, a lasciarlo diventare un ballerino nonostante le difficoltà iniziali.

Da un film del genere ci si potrebbe aspettare una colonna sonora dai toni pacati e con prevalenza di brani di musica classica.
L’unica cosa che hanno di classico, però, le canzoni che compongono la traccia musicale di Billy Elliot è il fatto che in realtà sono degli autentici classici del rock anni 70 made in the UK.

Tanto per non sbagliarsi, il film si apre con Cosmic Dancer, dei T-Rex, un gruppo che la fa veramente da padrone in questa colonna sonora dal momento che la metà esatta dei brani presenti nel cd sono di questa band capostipite del Glam Rock e la cui attività fu stroncata sul nascere a causa della morte prematura di Marc Bolan, leader del gruppo.

Si inizia con Cosmic Dancer, per restare in tema dal momento che la canzone parla di un uomo che sostiene “I danced myself out of the womb” (sono danzato fuori dal ventre materno) e “I danced myself into the tomb” (ho danzato fino alla mia tomba). Insomma una traccia che non potrebbe essere più azzeccata in un film che parla di danza.

Poi troviamo anche Children of the Revolution, canzone che compare in diverse colonne sonore a dire il vero, e che in questo caso fa da sfondo a un momento proprio di “ribellione” nel film.

Vi sono anche altri brani sempre di quel periodo, e sempre di quel genere, un certo tipo di rock e punk-rock tipico inglese di band che hanno fatto la storia della musica come i Clash, per finire con qualcosa di più moderno ad accompagnare i titoli di coda, come I Believe, dall’album di debutto solista di Steven Gately dei Boyzone, una canzone che parla di seguire i propri sogni e credere sempre in essi.

Categories: Musica Pop Recensioni Rock

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matteo