Cantante hip-hop americano, proveniente da Minneapolis. Ha dichiarato di avere avuto delle difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei, durante l’infanzia e la giovinezza, a causa del suo essere albino. Disse di essersi sempre sentito meglio tra i compagni di colore, che tra quelli bianchi, sebbene lui fosse bianco. Si sentiva più simile a loro in quanto facevano tutti parte di una cosiddetta minoranza.
Una volta cresciuto, si converte all’Islam, e gli viene dato il nome Ali (il suo vero nome era Jason Newman). All’inizio della sua carriera vengono spesso commessi degli errori riguardanti la sua razza, non avendolo mai visto, molti pensavano fosse di colore, e avendolo avanti si pensava li stesse prendendo in giro.
Si capisce che subito dall’inizio, la carriera di Brother Ali è stata segnata da controversie varie. Come lo è stata tutta la sua vita. Infatti sono queste le tematiche di cui parla nei suoi testi, questioni razziali e sociali, legate alla diversità.
Il primo progetto da solista risale al 2003, è un’album intitolato “Shadows on the Sun”. Nel 2007 invece pubblica “The Undisputed Truth”, che parla del suo divorzio dalla prima moglie e della battaglia per la custodia del figlio Faheem. In “Us”, l’ultimo lavoro invece, per la prima volta abbandona l’autobiografia, per dedicarsi a temi incentrati sul sociale, come se avesse cominciato a guardasi intorno.
“Us” è uscito da poco, ma è già considerato da molti il miglior album hip-hop dell’anno. È a dir poco esplosivo, Brother Ali è riuscito ad includere in questo lavoro tutta la sua energia e rabbia, ma soprattutto la sua forza. Sembra che la sua sia una voce narrante che ci guida attraverso delle storie, che accadono per strada, ci guida attraverso un percorso. Non ci resta che seguirlo.
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