Classe 1970, un caratterino indomito da livornese DOC e una voce da fare invidia a tanti colleghi molto più ferrati e famosi di lui: questo in estrema sintesi è Matteo Becucci, vincitore della seconda edizione di X Factor.
All’alba dei 38 anni compiuti, dopo una carriera più che quindicinale nei locali di Livorno e provincia, Matteo viene scelto da Morgan per completare la squadra degli “over 25”.
Il percorso musicale che compie all’interno del programma lo porta a confrontarsi con delle vere e proprie pietre miliari della storia della musica, da “The power of love” dei Frankie Goes to Hollywood a “I should have known better” di Jim Diamond, da “Ancora” di Mina a “Quando finisce un amore” di Riccardo Cocciante, passando per David Bowie.
La sua è una partenza un po’ in sordina: si scontra spesso con Morgan per la scelta di brani che a suo dire non lo rispecchiano pienamente, ma sul palco riesce sempre a confezionare delle esecuzioni tecnicamente impeccabili.
Soprattutto fa breccia nel cuore dei telespettatori, che nel corso di 13 puntate non lo mandano mai in ballottaggio, a dimostrazione del fatto che la qualità, se c’è, è caldamente premiata dal pubblico.
Alla finale in pochi avrebbero avuto il coraggio di puntare sulla sua vittoria, ma canzone dopo canzone il tenace toscano ha soffiato il primo posto ai trentini The Bastard sons of Dioniso” per soli 16 voti.
Ora, questo non significa l’accesso automatico nelle classifiche discografiche italiane, ma per il momento Matteo si è aggiudicato un contratto discografico con la Sony Music del valore di 300 mila euro, mentre continua il tour di X Factor che lo sta portando sulle principali piazze italiane: mica male per un quasi esordiente!
Per di più quasi tutte le cover proposte nel corso del programma sono balzate ai primi posti tra i brani più scaricati da Itunes, insomma: la dimostrazione che la gavetta, ogni tanto, paga!
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