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Jonas brothers

Jonas Brothers

E’ evidente che la Disney prova un piacere perverso nel prendere una banda di ragazzini innocenti e spaesati, trasformarli in star del pop e idoli delle masse dei teenager e poi…lasciarli totalmente allo sbaraglio e farli trasformare in fenomeni da baraccone alla Britney o tossicomani alcolizzati alla Lohan.

Per ora i Jonas Brothers sono solo alla seconda fase, ma non mancherà molto al solito epilogo, dal momento che finora nessuno dei pupilli di casa Disney sembra essersene sottratto.

Nick, Joe e Kevin Jonas iniziano a interessarsi presto alla musica, e già nel 2005 aprono i concerti di star quali Kelly Clarkson e Backstreet Boys, collaborano con le Chetaah Girls e le Veronicas, e tanto che ci sono non trascurano di fidanzarsi chi con Miley Cyrus e chi con Taylor Swift, senza dimenticare, però, di mettere in bella mostra i loro ormai celeberrimi e cristianissimi anelli della purezza.

A livello musicale hanno pubblicato 4 album in studio; l’ultimo, uscito l’estate scorsa, si intitola Vines, Lines and Trying Times e, a detta dei tre fratellini, si tratta di un album con testi più complessi, ricchi di metafore usate per parlare di esperienze vissute da loro direttamente ma senza citarle direttamente… probabilmente la loro giustificazione per mettere insieme un’accozzaglia di parole che sembrano estratte a caso da un cappello.

Per quanto riguarda la parte strumentale dell’album, anche in questo caso il termine accozzaglia è quello che meglio descrive il tutto. Suoni che vorrebbero essere rock, ma che ovviamente non vi vanno nemmeno vicino, e che stonano terribilmente con le loro voci da teenagers.

Certi fenomeni fanno sentire quasi la mancanza delle boyband del passato che per lo meno non cercavano di presentarsi come qualcosa che non erano, e che risultavano più piacevoli anche ad un pubblico over 14.

Categories: Musica Pop Recensioni

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matteo