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Fabrizio De Andrè: Non Al Denaro, Non All’Amore Né Al Cielo, più che un cantante era un fantasioso cantastorie

Non Al Denaro, Non All'Amore Né Al Cielo

Ci troviamo davanti a un’altra scomparsa di peso, scomparsa che prima di tutti grava a chi gli stava vicino e al quale la musica gli abbia dovuto dire addio. Per come suonava in Terra lo immagino come un menestrello che in Cielo continua a narrare le sue fantastiche novelle.

De Andrè avevo estro non c’è dubbio, componendo in tutta la sua carriera brani geniali e grazie agli arrangiamenti che appoggiano quei testi, quelli di tipo medievale soprattutto danno quel tocco in più di antico, di storico, all’ascoltatore sembra di udire le parole di uno che era davvero stato presente al tempo di quegli avvenimenti.

Nativo della Liguria, dietro di sé ha lasciato un bagaglio artistico pregevole e sul quale molti si soffermano per studiare il suo pensiero. Non si può rimanere impassibili alle colte parole uscite dalla intelligenza di quest’uomo che raccontava la vita, anche di chi quest’ultima non ce l’ha facile.

Questo quinto album è composto da nove tracce tutte ispirate ad alcune poesie presenti nell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, fatte le precisazioni si passa alla rassegna delle canzoni partendo dalla prima che apre il CD, La Collina sulla quale giacciono molte persone perite in vari modi accidentali.

Un matto (dietro ogni scemo c’è un villaggio), Un giudice, Un blasfemo (dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato), Un malato di cuore, Un medico, Un chimico, Un ottico e l’ultima traccia intitolata Il suonatore Jones, sono tutti i personaggi che verranno trattati, uno dopo l’altro in un modo speciale e uniti da un sottile filo conduttore potendolo solo consigliare appieno.

Categories: Musica Pop Recensioni

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matteo