e’ una compositrice romana dotata di grande sensibilità ed espressività artistica.
Ho avuto modo di conoscerla attraverso MySpace e mi ha fatto subito simpatia per la sua spontanea allegria.
Le ho quindi chiesto se le sarebbe piaciuto rilasciare una piccola intervista per playmusic.
Ciao Alessandra,
innanzi tutto grazie per la tua gentilezza.
Tema libero, raccontaci un po’ chi sei.
Innanzitutto sono una persona…e questo è già molto direi. Detto questo potrei aggiungere che è da quando sono bambina che il mio mondo è fatto in gran parte di suoni, visto che ho un pianoforte da quando avevo appena 6 anni, e che da allora non ho mai smesso di suonare. Quindi per entrare più nei dettagli sono una persona musicale. Direi che la musica ha sempre accompagnato la mia vita anche se mi piacciono molte altre cose, come la pittura, la fotografia, la natura, gli animali, il volo … Sono una persona curiosa, ma anche tranquilla.
La tua musica affonda le sue radici nel repertorio classico (Satie, Debussy); cosa ne pensi della sperimentazione musicale e in particolare della mescolanza con altri generi quali la musica elettronica?
Come dicevo sono curiosa, quindi la sperimentazione mi affascina molto. Però non ho mai fatto gerarchie o distinzioni di generi quindi per me mescolare è un fatto spontaneo. E’ più una cosa naturale che una ricerca…Provengo da studi classici, da anni di conservatorio, ma ho sempre ascoltato di tutto e, per parlare di elettronica, un mito della mia adolescenza era proprio Brian Eno. Ora sto collaborando con Joachim Roedelius, che ha lavorato e inciso dischi con lui, ed è uno dei pionieri dell’avanguardia elettronica tedesca. Mi sento una persona davvero fortunata ad avere questa opportunità…
“Way Out” e’ il titolo del tuo ultimo lavoro che esce per la LTM. Qual’è la chiave di lettura di questo disco in cui, oltre a suonare il piano, canti?
Se c’è una chiave di lettura è da ricercarsi nella mia voglia di giocare con i suoni. Volevo fare l’esperimento di scrivere delle canzoni…poi mi è venuto un improvviso e imprevedibile desiderio di essere io stessa a cantarle…Non c’era niente di previsto. E’ nato tutto senza regole, ma sicuramente dal cuore. C’è molta libertà in questo album. In una canzone (Hundred Dreams) canta anche il mio gatto. Way Out ha avuto una stranissima storia…c’è anche un piccolo segreto racchiuso in questo album che ora è appena riuscito con dei nuovi testi … E poi mi ha aperto moltissime collaborazioni, come quella con Isobel (Eleonora Giglione) che ha realizzato per me due video per altrettanti brani (Burning e Shooting Stars) o con Tony Sbarbaro che ha fatto un particolare video di animazione su Hundred Dreams. Tutti questi lavori si possono vedere anche su Youtube.
Voce, piano e batteria; minimalismo musicale o cosa?
Way Out è un tentativo di realizzare delle canzoni utilizzando l’essenziale. Per questo ho pensato di affidare al pianoforte la melodia e l’armonia e alla batteria l’elemento ritmico. Niente di più. La voce è necessaria perché ci sono delle parole da cantare…
Che cosa ne pensi dei blog?
Ho avuto un blog qualche anno fa…era una forma di comunicazione divertente, un modo per raccontare, per condividere delle idee, delle immagini…poi ho scoperto myspace che sicuramente per un musicista è una forma di condivisione ancora più interessante. In ogni caso penso che internet sia la grande invenzione del nostro secolo….
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