L’album di debutto della Yoko Ono Plastic Ono Band esce con titolo omonimo nel lontano 1970, proprio nel periodo in cui su di lei pesava l’accusa di essere la causa principale dello scioglimento dei Beatles. L’album però è stato in un certo senso riscoperto e rivalutato solo negli ultimi anni, come spesso succede (e come è successo ad esempio anche agli Velvet Underground) ai lavori forse troppo legati agli ambienti artistici dell’epoca in cui nascono, e meno a quelli musicali.
L’album esce dopo la registrazione dei tre album sperimentali di Yoko e John. L’intero progetto è caratterizzato dal suono caratteristico della voce di Yoko, che canta richiamandosi allo stile tradizionale giapponese hetai. Gli album Yoko Ono Plastc Ono Band e John Lennon Plastic Ono Band sono stati registrati contemporaneamente agli Ascot Sound Studios e agli Abbey Road studios, con gli stessi musicisti e produttori. Per sottolineare l’analogia tra i due lavori, è stata anche usata la stessa fotografia per la copertina, con l’unica differenza che su una vediamo lei appoggiata su di lui e sull’altra il contrario.
Tutta questa introduzione, diciamo storica, è servita per parlare del nuovo album della Yoko Ono Plastic Ono Band, di nuovo forse più vicino ad una vera e propria performance artistica che non ad un album musicale, se non fosse per i nomi dei musicisti che ci hanno lavorato su. Basta citare Sean Lennon, figlio di Yoko e John, Cornelius Yuka – Honda, famoso artista psych-pop/electro giapponese (membro degli Cibo Matto), il cellista d’avanguardia Erik Friedlander e altri.
L’ascolto dell’album può sembrare strano ad un orecchio non abituato alla musica d’avanguardia, ma è davvero incredibile la sua bellezza ed il coinvolgimento in cui uno si trova sentendolo. Un tocco in più alla già alta intensità dell’album è dato dalla consapevolezza che Yoko Ono e suo figlio Sean hanno collaborato strettamente per produrlo, tanto da farlo diventare una cosa appartenente in maniera uguale ad entrambi, proprio come tanti anni fa lei fece la stessa cosa con il grande John.
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