“Year in the Kingdom” è il secondo LP di Tillman del 2009, senza contare “Sun Giant”, pubblicato con la sua band, i Fleet Foxes. A differenza dello sound dei Fleet Foxes, in genere preciso e cristallino, quello di Tillman è molto più crudo, per certi versi, quasi “sporco”. Questo album è molto riflessivo, silenzioso ed intimista, dal quale appare tutto il suo spirito meditativo.
Protagonista insieme alla voce di Tillman è la sua chitarra, il che sottolinea ancor di più la natura solitaria di questo disco, maggiormente apprezzabile sapendo che lui in genere è una persona molto vivace e divertente, quasi il clown degli Foxes.
“Year in the Kingdom” è il sesto album di Tillman, numero sorprendente, soprattutto data la sua giovane età (è nato nel 1981). Il grande pubblico può però non conoscere il suo lavoro, questo tipo di musica infatti, non è oggi tanto in voga, anche se a dire il vero il folk sta di nuovo prendendo piede, basti contare il numero di giovani artisti che la praticano. La tecnologia lo-fi usata nelle registrazioni può facilmente dar fastidio a qualcuno, anche se personalmente la trovo una scelta interessante.
La sua carriera si basa su estensivi tour in Europa ed USA, con vari esecutori diversi, come ad esempio i Pacific Northwest, Damien Jurado, Jesse Skyes e altri, oltre che naturalmente con i suoi Fleet Foxes. Abbiamo dunque di fronte un artista che ha fatto del viaggio (sia dentro se stessi, che esterno), la sua folosofia di vita e la sua arte.
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