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Dargen D’Amico – Di vizi di forma virtù

L’hip hop italiano negli ultimi due anni e mezzo è tornato a vendere grazie ai buoni successi di Mondo Marcio, Club Dogo e Fabri Fibra. Ci sono stati, però, anche molti artisti che hanno provato a sfondare sul mercato nazionale, ma che sono passati piuttosto inosservati ( Inoki, Nesli, Turi, ecc.). In quest’ultimo gruppo non vorrei che ci finisse anche Dargen D’Amico, colui che in questo preciso momento storico è il rapper più originale e brillante in Italia. E ne è prova la sua ultima strepitosa fatica, “Di vizi di forma virtù”.

Si tratta di un album doppio, contenente ben 35 brani. Il primo è la radiofonica “Sms alla Madonna”, uno dei singoli più belli dell’anno. Un pezzo semplice ma romantico ed efficace. Le strofe di questa canzone sono piuttosto di routine ma il ritornello è micidiale, beat indovinatissimo per una dolcissima immagine d’amore.
La tematica principale dell’album è la precarietà, in tutte le sue forme. Precarietà sul lavoro ( “La divisione del lavoro” o l’ironica “Tike restoran”), precarietà nei sentimenti (“Sul carro”), addirittura precarietà nelle proprie passioni ( splendida la frase “il rap per me è dire cose che non credo, vedere cose che non vedo”). Ci sono tante, tantissime idee e non c’è una canzone che somigli all’altra, una varietà di suoni e di stile che sono una delizia per le orecchie e per la testa dell’ascoltatore.

Da consigliare agli amanti dell’hip hop, ma anche a chi ama l’elettronica francese (per i beat) e a chi è affascinato dal nuovo cantautorato italiano, stile Le luci della Centrale Elettrica (per l’approccio ai testi, spiazzante e originale).

Categories: Hip pop Recensioni

Emiliano