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Vai in africa, celestino di Francesco de Gregori

Vai in Africa Celestino

Il torrente che vi si riversa addosso ascoltando questo pezzo ha la forza di dieci cascate. E’ un insieme di flash, di richiami, di associazioni vocali e visive. Questo brano apre l’album Pezzi ed è proprio tirandoci addosso questi frammenti del mondo che ci circonda che De Gregori ci porta a riflettere sulla vita moderna, sulla frenesia e l’ipocrisia, su come gli sforzi di ciascuno di noi a volte vengano inseriti in un turbinio di attività inutili.

Allora la cosa da fare è una sola: andarsene in Africa! E’ con questa esortazione che si chiude ogni ritornello. Tutta le liriche sono basate sull’assonanza e la comunanza delle parole sparate ad una velocità incalzante. Il tutto è tenuto insieme da musiche molto ritmate e ripetitive, a sottolineare l’ossessiva presenza di questi pezzi che ci circondano.

Con questo brano, De Gregori ha saputo ritrovarsi poeta moderno. Da sempre i suoi testi hanno un forte legame con la poesia e la lunga pausa creativa che si era concesso in questi anni ci ha restituito un cantautore unico, dello stesso calibro di De André nel dipingere con pochi, rapidi e lapidari tratti la società, le istituzioni, le virtù e i vizi degli uomini.

Rassicurato da questa nuova vena creativa, non posso che elogiare questo brano e augurarmi di sentire ancora creazioni così convincenti e profonde. In un’Italia che si divide tra la musica leggera e la musica impegnata o ricercata, credo che De Gregori possa rappresentare un ponte gentile tra ascoltatori da gusti diversi e spesso poco inclini alla musica italiana stessa.

Categories: Musica Pop Recensioni

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matteo