Si tratta di una cover di una canzone di Angelo Branduardi, il quale è di una bravura tale e di una saggezza musicale che è in grado di comporre canzoni che spesso vengono riadattate in altri generi senza perdere nulla della bellezza originale. In questa in particolare, si può dire che i due condividano almeno due elementi: il piacere della critica e la capigliatura!
In questo brano,tanto Branduardi quanto Caparezza esaltano il piacere di essere criticati, di avere cioè qualcuno a cui non piace il proprio lavoro, le proprie creazioni, come se la critica e il contrasto da esso generato donasse la vita all’opera e al suo autore.
Non esultino, dunque, i menestrelli troppo contorniati di lodi! Potrebbe, questa, essere la riprova dell’inconsistenza del loro operato!
Scherzi a parte, questo connubio artistico è un meraviglioso ponte creativo che ha spinto Caparezza ad ampliare il messaggio già forte e chiaro di Branduardi. Il risultato è un testo schietto, duro e a ritmo di rap alternato dal ritornello originale.
Bellissima anche l’interpretazione dal vivo dei due che mette in evidenza come la divisione dei generi sia una barriera effimera e mera chimera per chi ama dare etichette o affezionarsi ad esse. Per quanto mi riguarda, la partecipazione di Branduardi al concerto di Caparezza è in qualche modo un segnale dell’abilità di quest’ultimo.
Infatti, Branduardi non è soltanto un musicista ma un musicologo e solitamente si tiene ben lontano da palchi dove non desidera apparire. Perciò, è per me una grande soddisfazione, e credo valga lo stesso per Caparezza, trovarli insieme, in una specie di continuità generazionale tra due cantautori diversi ma accomunati dalla passione infinita per la musica, in ogni sua forma.
Categories: Hip pop Musica Recensioni