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Alice Cooper

ALICE COOPER poison

Vincent Damon Furnier, in arte Alice Cooper, dopo aver pubblicato l’acclamato ”From The Inside”, si trovò improvvisamente in un periodo di crisi,dovuta principalmente a tutti i vizi e gli eccessi che, oltre a mortificare il corpo, incidevano pesante anche sul fattore creatività.

Nel 1980 lo possiamo già vedere in veste di cantante new wave. Nonostante ciò, il disco che ne esce, ”Flush The Fashion”, è decisamente gradevole. L’hit minore Clones ottiene persino un discreto successo radiofonico.

L’anno successivo attua un’altra inversione di tendenza con l’altalenante ”Special Forces”, che ci mostra Cooper in versione cartoon militare. Si tratta di un album che, a composizioni di alto livello (Who Do You Think We Are, Prettiest Cop On The Block e Vicious Rumours), ne affianca altre che si avvicinano pericolosamente allo zero assoluto compositivo (You Want It You Got It e You’re A Movie).

I primi segni di ripresa si possono notare in ”Zipper Catches Skin”. Musicalmente, si tratta di un prodotto decisamente positivo (vengono mischiati gli elementi migliori dei due album precedenti) tuttavia viene penalizzato da testi umoristici generalmente non all’altezza.

Ma è con lo sconosciuto, nonché totale flop commerciale, ”DaDa” che Alice Cooper ci regala un autentico capolavoro,probabilmente la sua opera migliore.
Già dalla copertina, basata su quadro di Salvador Dali, possiamo capire di essere di fronte a qualcosa di speciale e differente.

Categories: Musica Recensioni

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matteo