La canzone parla di un uomo che è appena stato lasciato dalla donna amata.
Il protagonista sa che non la riavrà più, quindi prova a dimenticarla. Però lei non c’è più, è solo. E in questi casi la solitudine non aiuta, è meglio stare in compagnia.
Il silenzio ti fa pensare e, in questo caso, non è un bene perché il pensiero va alla donna che lo ha lasciato. Il rumore, il fare qualcosa, ti aiuta a non pensare a quello ma ad altro (non si risolverà più e allora provo a darmi pace, ma ormai non c’è più la tua voce. E questa stanza è vuota, nessun rumore per non pensare).
Però la vita continua anche se lui soffre e non è capace di continuare a vivere (eppure il vento ascolta, saluta tutti alla finestra, la luce spettina alle candele). Ma se solo potesse averla, la pace e la tranquillità non porterebbero sofferenza ma piacere (e la mia pace trema ma di piacere, se posso avere).
Lei lo ha lasciato dicendoli che non ha più senso stare insieme probabilmente perché lei non lo ama più. Ma lui la prega di ripensarci e di tornare insieme. Gli dice che non gli importa e che si lasceranno in seguito. Perché è talmente innamorato di lei che non gli importa se lei lo ricambia o meno, gli interessa solo starci insieme (Anna non ancora, ancora no, non è il momento. Lascia che sia il tempo ad inventare un’altra fine a tutto).
E la paragona a una spiaggia. Come questa, lei lo ha ingannato portandolo verso il paradiso, cioè lei stessa. Ma poi gli mostra la realtà con violenza e lui non era preparato e non riuscì a reagire (l’estate spesso inganna, ti invita sempre su una spiaggia. Poi scende il buio e il mare è nero, e tu sei nudo e solo. Senza parole, se non per dire…)
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