La canzone parla di un uomo che crede nel fatto che non deve risolvere lui i suoi problemi, rimediare ai propri errori perché il tempo lo farà in ogni caso.
Il protagonista è in una fase critica della sua vita. Si pone domande che si possono definire esistenziali. Domande a cui sembra che nessuno sappia dare spiegazioni plausibili. Ma sono desiderate da molti (qual è l’istante che disegna una vita? Quand’è che capisci a che cosa è servita? C’è chi patteggia con le sue frustrazioni e chi come me procede a tentoni).
Ha dei rimpianti ma è convinto che il tempo li risolverà. Sistemerà tutto senza conseguenze per lui. Ma il tempo non risolve tutto, a volte ti devi dare tu da fare affinché questo avvenga (lascia che sia il tempo a riposare e ad asciugare il mio veleno. Per sistemarmi per davvero, riscattarmi a costo zero).
Purtroppo per lui questo è avvenuto a sue spese. Ormai è anziano e il tempo non ha cancellato nessun suo sbaglio, non ha fatto ciò che lui sperava. Perché se gli sbagli sono piccoli spesso si risolvono da soli, ma se sono grossi occorre darsi da fare per farlo.
Ma ancora adesso ricommette grossi errori convinto che il tempo li risolverà, o solo perché ormai c’è abituato e non vuole ammettere di essere in torto e che la sua teoria era sbagliata (il mio karma traballa e piscio spesso fuori, ma in magazzino ho ancora troppi rancori che mi fanno buttare anche senza la rete mangiando sale per placare la sete. Mantenere la calma non fa parte del ruolo che ho, mantenere la calma non fa parte del ruolo che ho).
Ma adesso lo ammette, capisce di aver sbagliato e cerca un modo per chiedere scusa. E ora che la sua teoria del tempo che rimedia è crollata, ha paura. Non riesce a sistemare tutto e probabilmente rimarrà solo (me la leggi negli occhi qual è la mia natura, me la leggi negli occhi tutta la mia paura. E mantenere la calma non fa parte del ruolo che ho!).
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