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La Malavita – I Baustelle

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La Malavita è uno di quei cd che riescono a suscitare nel pubblico diverse reazioni a seconda di diversi fattori. Innanzitutto, trattandosi di un cd dei Baustelle è normale la solita dicotomia netta tra gli ascoltatori: chi ama totalmente il cd e chi, invece, non lo ritiene altro che uno degli ennesimi esercizi di snobismo puro in stile Bianconi e compagnia.

La Malavita, però, va oltre tutto ciò. E’ vero: alcuni dei brani e dei testi proposti dai Baustelle sembrano essere eccessivi nella loro complessità musicale e nelle innumerevoli metafore proposte da Bianconi nei testi. Eppure rimane uno dei migliori album della band toscana che tanto si distanzia dalla proposta musicale di questi tempi sia nel nostro Paese che a livello internazionale.

Come al solito, infatti, i Baustelle decidono di dare una loro lettura della vita in questo album, intitolato proprio per questo “La Malavita”. Non si tratta tanto della tipica “mala”, quella dei delinquenti, quanto di quel male di vivere spesso cantato dai Baustelle e in questo cd portato quasi all’esasperazione. In “La Malavita”, infatti, troviamo diverse storie di disagio a partire dall’esplicativo Perchè una Ragazza Può Uccidersi per arrivare alla storia del tipico matto del paese raccontata in Sergio.

Ma il vero punto di arrivo di La Malavita è sicuramente Un Romantico a Milano, forse uno dei brani più conosciuti dei Baustelle, ispirato a La Vita Agra di quel Bianciardi a cui Bianconi deve gran parte della sua ispirazione e che poi ispirerà il romanzo scritto proprio da Bianconi.

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Categories: Musica Recensioni Rock

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matteo