La paranza, famoso pezzo di Daniele Silvestri, uscì il 27 febbraio 2007 all’interno dell’album “il latitante”. Arrivò quarto al Festival di Sanremo 2007, dopo “ti regalerò una rosa” (Cristicchi), “nel perdono” (Albano) e “schiavo d’amore” (Mazzocchetti). Il ritmo allegro con all’interno il pop mischiata alla musica latina, l’hanno resa un vero e proprio tormentone.
Porta l’etichetta della Sony BMG e il produttore è il grande Enzo Miceli. Per quanto riguarda il titolo e si va a cercare il significato del nome “paranza” sul vocabolario, vi si trova la seguente definizione: “grossa barca, un tempo a vela latina, oggi a motore, usata per la pesca a strascico oppure rete da pesca a strascico, trainata da una o due paranze”.
Sul dizionario “De Mauro” sotto la voce “paranza” si trova che nel gergo della camorra napoletana la paranza è un gruppo di camorristi. Io reputo attendibili entrambe le interpretazioni. Infatti, per quanto riguarda la barca da pesca, è una metafora per dire che i personaggi della canzone raccolgono quello che capita per tirare avanti. Invece per i camorristi, i protagonisti possono essere ricercati perché mafiosi.
Tornando al brano in se, parla del fatto che ormai si affrontano i problemi con superficialità, si legge cosa capita nel mondo senza capire realmente cosa c’è scritto. Ci danno un insieme di notizie, tutte insieme, e noi le mangiamo come poi si mangiano i pesce pescati. Facciamo tutto questo senza il minimo sentimento, senza gustarne la vera essenza.
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