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La sedia di lillà di Alberto Fortis

Una delle più famose canzoni del cantautore italiano Alberto Fortis (contenuta nel suo primo LP intitolato “Alberto Fortis” del 1979) è anche una delle canzoni più tristi ed intime dell’autore.

Il testo è stato interpretato in modi differenti: racconta gli ultimi giorni di vita di un’amico (o forse di un parente) dell’autore: rimasto su una sedia a rotelle, non si sa per quali cause, è quasi completamente paralizzato. Il protagonista della canzone decide di togliersi la vita, oltretutto utilizzando uno tra i metodi più dolorosi che ci possano essere: l’impiccagione.

L’uomo (ma potrebbe anche essere una donna) esprime tutto il suo dolore per il tradimento di molti amici, che probabilmente devono averlo abbandonato a se stesso dopo averlo visto in quelle condizioni, aumentando ovviamente il suo senso di solitudine ed il suo dolore, che lo spingeranno appunto al suicidio.

Nonostante tutto, l’amico di Fortis parla anche di progetti futuri (“penso troppo al mio futuro/penso troppo e vivo male”) e raccomanda di cogliere l’attimo (carpe diem), come nel verso “cogli il giorno e tanto amore cogli i fiori di lillà”; effettivamente la canzone parla anche d’amore, ma in questo caso l’amore associato alla sofferenza ed al dolore.

Lui amava i suoi amici, ma loro comunque l’hanno tradito, non l’hanno ricambiato e soprattutto non l’avevano accettato per la sua disgraziata condizione.

Il testo della canzone racconta una storia vera; Fortis è riuscito ad inciderla, e con questo pezzo esprime tutto il suo dolore per la perdita di una persona cara. I suoi tristi sentimenti vengono messi in evidenza più dal ritmo della canzone che dalle parole in sé, che in realtà narrano in modo più oggettivo che soggettivo l’avvenimento.

Il suo pezzo è stato poi remixato da Danijay, con un’impronta dance tutta la ballare e con un titolo revisionato: “I fiori di lillà”. Ovviamente il remake ha perso completamente il significato e l’importanza originarie.

Categories: Musica Recensioni

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matteo