Robert Nesta “Bob” Marley nasce, come data di riferimento, il 6 febbraio 1945 nella zona più settentrionale della Giamaica. Fin da piccolo è stato vittima di molti pregiudizi razziali, cause sia il colore della sua pelle(nato da madre bianca e uomo nero) che la sua statura: infatti era alto circa 1.60 m. il problema delle razza lo affronta per tutta la sua vita (nonostante abbia avuto una vita abbastanza breve dal momento che è morto alla giovane età di 36 anni).
A fronte di questa vergognosa situazione, Bob decide di basarsi sull’auto-difesa riuscendo così ad ottenere una buona reputazione per la sua forza fisica. All’età di 15 anni decide di abbandonare la scuola e di dedicarsi al mondo del lavoro facendo l’elettricista.
È a quest’età però che si avvicina anche al mondo della musica: nonostante la povertà, lui e il suo amico Bunny cominciano a suonare accompagnando Joe Higgs, personaggio ritenuto il “modello” di Bob. A 16 anni registra “Judge not” e “One cupo f coffee”, senza riscuotere però molto successo.
Negli anni ’60, Marley con dei suoi amici fonda “The teenagers”, un gruppo d’impronta ska e rock steady; più avanti il nome verrà cambiato in “The Wailers”, di cui Bob era il capo-gruppo, il cantante ma soprattutto il maggior compositore di testi. Sempre in questi anni si sposa con Rita, e avrà ben 13 figli (ovviamente non tutti della partner).
Il cantautore aderisce al movimento “Rastafariano” e sfoggia i leggendari dreadlock. Nel 1973 esce “Catch a fire”, l’anno dopo “Burnin” (il CD che contiene tracce come “Get up, stand up” e “I shot the Sheriff”, di cui verrà anche fatta una cover da Eric Clapton). I “The Wailers” in seguito si sciolgono, ma Bob continuerà a cantare sotto il nome di “Bob Marley & The Wailers”.
Il 1975 è la data storica del suo successo internazionale col famosissimo singlo “No woman. No cry”. L’anno dopo viene aggredito in casa insieme sua moglie, probabilmente per motivi politici e si trasferisce in Inghilterra dove incrementa la sua fama con “Exodus”.
Nel ’77 gli viene trovato un melanoma maligno, ma decide di non farsi curare nel rispetto della sua religione. Nell’80 produce il suo ultimo disco, “Uprising”, e dopo un fenomenale concerto a Milano, conclude la sua carriera a Pittsburgh.
Il tumore intanto si espande: dopo il ricovero (in Giamaica, la sua terra), Bob Marley muore l’ 11 maggio 1981. Un mese dopo gli viene riconosciuto il Jamaican Order of Merit. Nell’83 viene pubblicato postumo il CD “Confrontation”. Un ottimo libro per poter conoscere meglio questo uomo che è riuscito a rendere popolare il reggae anche fuori dalla Giamaica, si consiglia “Catch on fire”, scritto da Timothy White.
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