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Potevi essere tu – Fabri Fibra

La canzone parla di come la vita sia ingiusta. Se la prende anche con i bambini che non sono in grado di difendersi. Soprattutto la tv ci mostra continuamente com’è facile morire, quanti morti ci sono.

All’inizio sembra che il cantante parli di se stesso. Che sia stato lui a essere stato ucciso in campagna. L’hanno, da piccolissimo, portato via dai suoi genitori che sono il punto di riferimento soprattutto per un bambino cosi piccolo (a quest’ora avrei 4 anni e sarei all’asilo con tutti i miei compagni. E invece mi hanno preso e portato via da mamma, togliendomi la vita in aperta campagna).

Il cantante si mette nei panni del bambino. Come sicuramente aveva fatto il piccolo, anche lui si chiede perché nessuno è intervenuto. Addirittura non si erano accorti che era morto. Nemmeno i genitori hanno fatto nulla. Probabilmente i rapitori erano entrati in casa loro, legato i genitori e preso il bambino per un riscatto. Poi qualcosa è andato storto e l’hanno ucciso. Ma il bambino non capisce perché non sono intervenuti (nessuno mi ha salvato, nessuno che si è accorto. Soltanto dopo un mese hanno scoperto che ero morto. Papà cosa aspettavi? Perché non mi hai soccorso, legato in quella sedia non ti sei neanche mosso).

Si mette nei panni del bambino perché poteva capitare a chiunque, anche a lui stesso. Sono cose che succedono continuamente e la tv ce li propone sempre. E lui li racconta a tutti (qui non c’è magia, potevi essere tu. Domani tocca a un altro, non guardi la tv? Racconto solo fatti di cronaca quella dura, quella che fa brutto quella che fa paura).

Vede morti perfino nei suoi sogni. Un bimbo che vede morire davanti ai suoi occhi i propri genitori, con il sangue ovunque per casa. E ha tante domande ma ne fa solo una chiedendogli perché non è più felice, non sorride più come quando era giovane. Ha scoperto la dura realtà e l’ha scosso cosi profondamente da condizionare per sempre il suo stato d’animo (ho fatto un sogno, Tommy che piangeva in salotto e sul muro c’era il sangue che scendeva. Mi chiede, cos’ho fatto di tanto cattivo? Non assomiglio più a quella foto in cui sorrido).

Con una vita cosi c’è il rischio che una persona prima o poi impazzisca. Esca di casa e inizi a suonare ai campanelli di tutte le case, urlare e scrivere dappertutto che la morte è dietro l’angolo. È regolata dal fato e non si può evitare (esco di casa e penso di essere Tommaso e scrivo su ogni muro non si muore per caso).

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Categories: Hip pop Musica Recensioni

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matteo