Il ragazzo della via Gluck è un famoso pezzo di Adriano Celentano uscito nel febbraio 1966 su 45 giri. Gli arrangiamenti sono a cura di Detto Mariano e Pier Paolo decise di trarne un film bellissimo sulla modernità. Purtroppo il progetto però non andò in porto e il film non fu trasmesso. La canzone fu tradotta in inglese, tedesco, serbo-croato, svedese, norvegese e francese.
In copertina si vede Adriano che passeggia con un amico, entrambi di schiena. Si tratta di una canzone molto autobiografica. “questa è la storia di uno di noi, anche lui nato per caso in via Gluck. Passano gli anni ma otto son lunghi” Celentano infatti è nato e ha vissuto in via Gluck e gli otto anni si riferiscono ai suoi otto anni di carriera lontano dalla sua città natale.
“questo ragazzo della via Gluck si divertiva a giocare con me, ma un giorno disse vado in città, e lo diceva mentre piangeva”. Un giorno seppe di doversi trasferire in una grande città, lasciando la sua dov’è nato e cresciuto. La cosa non gli piacque, non voleva lasciare tutto quello che rappresentava la sua infanzia e adolescenza.
“io gli domando amico non sei contento? Vai finalmente a stare in città, là troverai le cose che non hai avuto qui, potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile! Mio caro amico, disse, qui sono nato, in questa strada ora lascio il mio cuore” ma l’amico non capisce perchè piange, il città ci sono tutte le comodità che da loro non ci sono. Ma lui non vuole andare via, vuole stare dove si diverte e dov’è vissuto per tanti anni.
“passano gli anni ma 8 son lunghi, però quel ragazzo ne ha fatta di strada, ma non si scorda la sua prima casa ora coi soldi lui può comperarla. Torna e non trova gli amici che aveva, solo case su case, catrame e cemento. Là dove c’era l’erba ora c’è una città, e quella casa in mezzo al verde ormai, dove sarà”. Una volta diventato ricco, decise di tornare a casa sua, quella di quand’era giovane. Ma il progresso è arrivato anche lì e non trova il paesino lasciato ma una città.
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