Dopo un anno di distanza dall’uscita di “The Resistance” i Muse hanno tirato fuori un altro singolo, per l’esattezza la settima traccia dell’album, il suo nome “MK-Ultra”. Una canzone che non spicca come tra le più belle dell’album, ma che comunque dice la sua e che rappresenta al meglio l’anima dei Muse, spiccati riff di chitarra, utilizzo di synth come tappeto e un’impeccabile sezione ritmica.
Per non dimenticare delle melodie e del testo della canzone ispirato al progetto Mk-Ultra della CIA, un progetto sviluppato negli anni 50 e 60 dove si sperimentava il cosiddetto “controllo mentale” dove si cercava di controllare e influenzare il comportamento delle masse.
La band inglese ha realizzato il video della canzone in collaborazione con MTV per la campagna di sensibilizzazione contro lo sfruttamento sessuale e lavorativo di donne e bambini, in particolare.
Paradossalmente i punti più interessanti del brano non sono strofa e ritornello, ma i break.
Il primo che parte dopo un minuto e mezzo circa, mette le sue basi su un giro d’archi che richiama il riff iniziale di chitarra e che fa da tappeto alla voce di Bellamy sapientemente riverberata, sovrapposta e armonizzata con altri cori.
L’altro punto interessante è il riff di chiusura del brano, puramente rock e grezzo che viene plasmato dalla batteria che detta il tempo in modo differente ad ogni giro, dando la carica giusta ad un riff che probabilmente avrebbe stancato presto.
Sempre a proposito di batteria, anche in questo brano Dominic Howard ha riconfermato le sue qualità di batterista, poche volte lo si sente tenere un tempo semplicemente, ma elabora il tutto colorando il suo giro con dei passaggi sui tom, delle rullate o con un uso spropositato dei piatti.
Adesso cosa faranno i Muse? Faranno uscire un altro singolo da quest’album? O si metteranno al lavoro su un nuovo progetto?
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