Ci sono solo poche band in attività, che si portano dietro anni di carriera impeccabile e che verranno ricordate in futuro. Sono ancora di meno la band che crescono con il proprio fan, che lo accompagnano nella vita maturando con esso. Forse i Pearl Jam sono la band che più rappresenta questo esempio.
Nati tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, facendo parte del movimento del grunge con gli anni si levarono di dosso questa etichetta diventando una delle rock band riferimento per migliaia di musicisti. Uno dei loro ultimi singoli, “Just Breathe” è solo un esempio di belle canzoni che la band americana ha composto.
La canzone non ha nulla a che vedere con il primo singolo estratto dall’album “Backspacer”, dal titolo “The Fixer”, che è una canzone energica, rapida e istintiva.
Si tratta infatti di una ballata acustica che sente molto le influenze del cantante Eddie Vedder.
La canzone è stata sviluppata da un brano strumentale estratto dalla colonna sonora del film di Sean Penn “Into the Wild”. Tutte le musiche del film sono state curate da Eddie ed alcune sono state raccolte nell’album “Music from the Motion Picture: Into the Wild”.
Di “Just Breathe” balza subito all’orecchio il fine e curato arrangiamento, la delicatezza con cui si intrecciano i vari strumenti e lo splendido tappeto di archi, che cresce raggiungendo l’apice nel ritornello.
Il testo malinconico parla di un esame di coscienza di un uomo che incomincia a pensare che un giorno non ci sarà più. Nello stesso tempo ringrazia la persona cara che gli sta accanto, ammettendo i propri errori ed esprimendo la sua riconoscenza.
Se la canzone, nella sua versione da album è emozionante, durante i live lo è mille volte di più ed è un peccato che il pubblico italiano non possa vederli, almeno per quest’anno.
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