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La guerra di Piero di Fabrizio de André

La canzone del famoso Fabrizio de André fu incisa a Roma tra il 18 e il 25 luglio 1964, ma fu solo cinque anni dopo che iniziò a vendere diverse migliaia di copie con il boom della protesta. Nel 1968 entrò nel repertorio militare degli studenti di sinistra e in quello dei cattolici. Si tratta di una delle più celebri ballate del cantante nonché una delle rare versioni italiane degli ideali pacifisti cantati oltreoceano da Bob Dylan e Joan Baez.

È sicuramente una canzone contro la guerra e per questo molto triste e densa di significati. De André l’ha basata sui racconti di un suo zio reduce della seconda guerra mondiale. Ha come protagonista un soldato che ha camminato tutto l’inverno e, adesso che è arrivata la primavera, varca il confine tra due nazioni. Mentre riflette sulla stupidità della guerra, vede un soldato nemico e sa che deve sparargli per non morire. Invece tentenna e viene a sua volta ucciso.

La guerra è decisamente vista e denunciata quasi con rassegnata tristezza. Il protagonista ha, come unica colpa, quella di essere stato solidale. È per questo motivo che non ha sparato al nemico e non per vigliaccheria. Sapeva bene che erano entrambi solo delle pedine nella guerra, una cosa disumana e assurda.

La prima strofa della canzone è quella che ha il significato più interessante ma, nello stesso tempo, più difficile da cogliere. Siccome il tulipano è considerato, nei paesi anglosassoni, il simbolo del pacifismo, esso rappresenta la Germania. Invece la rosa rappresenta la Francia, la nazione contraria nella seconda guerra mondiale. Così la strofa sta a significare che il protagonista non vuole essere lodato dalla nazione che lo ha mandato a morire, ma dai 1000 papaveri rossi cioè dal popolo che voleva la pace.

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Categories: Musica Pop Recensioni

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matteo