“Via del campo” è ambientata in una stradina tortuosa della Genova angiportuale e ritenuta malfamata per la presenza di prostitute, travestiti, poveri e ladri. Però De André non sottolinea il fattore negativo di tutto questo, anzi: sottolinea il carattere positivo di questo ambiente.
La protagonista è la donna, la cui figura viene idealizzata. I termini con cui viene descritta sono dolci e richiamano al candore e alla purezza, inoltre viene sottolineato il fatto che sa donare gioie. Però viene anche descritta con un’ombra di malinconia, ma anche questo è da un lato positivo: non è lì per scelta, infatti non accetta di sposare nessuno ma deve comunque “darsi a tutti”.
De Andrè non considera la prostituta veramente colpevole. Ritiene responsabile chi va con lei, chi gode dei suoi servigi. Perché lei non vuole farlo, è obbligata per poter vivere. Invece i suoi clienti approfittano in un certo senso del suo essere povera.
Il pezzo finale è sicuramente quello più bello: Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
Con questa strofa De Andrè esprime il suo giudizio positivo verso un mondo umile e schifoso, ma anche pieno di umiltà e di passione. Invece condanna le persone ricche e borghesi perché vuoto, insensato, ipocrita e freddo. Si può dire quindi che, Fabrizio, nonostante sia un borghese, viva praticamente fra i più poveri e in quella parte di società più viva e vera.
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