“Wild Eyed Boy From Free Cloud” è una canzone di David Bowie uscita sia come B-side del singolo “Space Oddity”, fu registrata il 20 Giugno 1969 presso i Trident Studios di Londra. La canzone, per la precisione la terza del lato B appare anche nel secondo disco che ha come titolo “Space Oddity”.
Questa perla musicale si trova a scontrarsi (manco a dirlo) con la cupezza e la maliconia di una lirica che sembra uscita dalle fiabe dei fratelli Grimm. Il ragazzo solitario, sognatore è, in realtà, lo stesso Bowie che , come affermerà anni più tardi, a proposito del senso di alienazione che lo ha sempre contraddistinto nonostante le innumerevoli trasformazioni, non lo abbandonò mai.
Il testo visionario è anche influenzato dall’interesse dell’autore nei confronti della religione Buddista, ed è accompagnato da vari strumenti come flauti, violoncelli e arpe oltre all’obbligatorio suono della dodici corde suonata da David; l’idea di questa scelta stilistica è, credo, dovuta al metodo con il quale in quel determinato periodo, si faceva musica; in altre parole: tutti i musicisti, o quasi, seguivano fedelmente le linee guida tracciate dai Beatles con Sgt. Pepper,ossia quella di far coinfliure la musica classica nella musica rock attraverso le Rock Opera.
Credo che sia giusto menzionare la figura di Tony Visconti, in quanto responsabile dell’arrangiamento “classico” della canzone in questione: si dice che abbia riempito lo studio con ben cinquanta session-man e che fosse particolarmente nervoso circa l’esito finale del pezzo. Bisogna aggiungere che il suo nervosismo era più che plausibile essendo la prova delle abilità tecniche e musicali del suo assistito che in futuro non lo deluderà mai.
La canzone ha una durata di quattro minuti e quarantasette secondi. Esiste anche una versione più breve e la migliore di sempre è quella eseguita all’Hammersmith Odeon il 3 Luglio del 1973 e fatta a Medley con “All the Young Dudes”e con “Oh You Pretty Things”.
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