Il pezzo parla di una cosa purtroppo molto, troppo comune al giorno d’oggi, in uno Stato che si pensa essere sviluppato. Infatti la canzone parla di pedofilia.
Il padre di Mary stuprava madre e figlia, che non avevano il coraggio di denunciarlo per far smettere gli atti osceni. Quindi Mary, solo una bambina, fu costretta a scappare. Andò via dalla famiglia. Scappò di casa. Piangendo.
Il tutto finisce bene, Mary trova l’amore e fa un figlio ed il padre muore. Ma puoi chiamare padre una persona che ti fa queste. No, e nemmeno Mary lo considera tale (quella bestia non è mio papà). E infatti Mary non piange nemmeno alla sua morte (Mary fissa la sua lapide, versare lacrime è impossibile).
Però non tutti hanno questa fortuna, alcuni vengono segregati in casa e stuprati per tutta la vita, nell’indifferenza totale dei vicini di casa
E si può considerare Mary fortunata. Certo per alcune persone lo è, ma molti non hanno subito quello che è toccato a lei. Quindi non è totalmente felice. Ma nonostante questo è riuscita a crescere a non essere come il padre (molti di quelli stuprati dai genitori da piccoli poi tendono a farlo anche con i propri figli). Si è sposata ed ha avuto un bimbo con una persona che ama e che corrisponde il suo amore.
Dev’essere una persona davvero forte e con una gran voglia di ribellarsi. È scappata di casa piccolissima, è cresciuta, si è ribellata. Quanti l’avrebbero fatto? Pochissimi ne avrebbero avuto il coraggio. La ammiro e vorrei avere la sua stessa determinazione, chiaramente in altri campi della mia vita.
Quanti di voi hanno detto ai propri genitori quello che realmente pensano? Chi è riuscito ad allontanarsi dalla massa, a fare cose diverse dai coetanei e che li piacevano fare, rischiando di restare senza amici?
Sono quelle come Mary e con la sua forza di volontà a dover essere il nostro punto di riferimento, l’obiettivo da raggiungere. E non quelli del grande fratello o le chear leader
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