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Il Suonatore Jones – Fabrizio De Andrè

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Il quinto album di Fabrizio De Andrè, “Non al denaro, non all’amore né al cielo” (1971), è un’opera che prende spunto dall’Antologia di Spoon River e descrive vizi e virtù di alcuni personaggi “tipici” con l’ironia che caratterizza il cantautore genovese.

Di tutti questi personaggi l’unico di cui si conosce il nome è il “Suonatore Jones”, titolo dell’ultima traccia del disco. Da immaginare seduto appoggiato ad un albero con una chitarra fra le mani, Jones incarna perfettamente l’immagine del “tempo che fugge senza rimpianti”, dove la felicità è fare ciò che ci si sente ancora prima di ciò che si deve.

In un’atmosfera quasi mistica creata dal suono del flauto e dalle corde della chitarra, subito ci si immerge nel mondo dei ricordi del protagonista, ormai giunto al termine della vita: ripensa a Jenny e alla sua gonna in un ballo di tanti anni prima, alle acerbe palpitazioni del cuore innamorato, ai campi in cui ha dormito, a tutte le volte che ha suonato per le ragazze o per un amico ubriaco.

Vista dormire nei campi coltivati protetti da un filo spinato o svegliarsi ogni volta che Jones suonava per qualcuno, la “libertà” è la parola chiave della canzone, un modo di essere ancora prima che un comportamento; è questa libertà che viene ricordata da Jones con malinconia e sarcasmo a raccontare un tema tanto caro alla poetica deandreiana.

Il Suonatore Jones è sicuramente il personaggio preferito da De Andrè, in quanto in lui rivedeva i suoi vizi e le sue virtù, in generale il suo “modus vivendi”. La canzone termina con la morte di Jones “…finì con un flauto spezzato, e un ridere rauco e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto.”
In una frase semplicemente Fabrizio De Andrè.

Categories: Blues Musica Recensioni

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matteo