Marracash, il cui vero nome è Fabio Rizzo, è un famoso rapper italiano che fa parte della Dogo Gang dei Club Dogo.
Attualmente il cantante vive a Milano, nel quartiere popolare della Barona, ma è nato vicino Enna.
Lo stile del cantante è il classico rap, canzoni di strada. Essendo meridionale sa benissimo come funziona la mafia. Inoltre descrive esattamente la vita nei sobborghi, ad esempio con “regole”.
Il ritmo è stupendo, ma alcune canzoni non hanno senso. Come, ad esempio, la famosa canzone “badabum badabum cha cha”, di cui non capisco come prima cosa il titolo.
Anche se il mio rapper preferito è e sarà sempre Fabri Fibra, adoro anche Marracash ed i Club Dogo in generale. È vero che lo stile è molto simile, ma Fabri Fibra nelle sue canzoni si prende in giro, loro no. È questo che gli manca per essere a suo pari.
Al contrario della maggior parte degli altri generi musicali, pochi sono i cantanti che suonano rap.
Cresciuto in periferia, tra degrado e sogni, ha dovuto scegliere come tutti gli altri tra la strada e diventare il classico bravo ragazzo.
Però i suoi testi non sono composti solo da considerazioni amare su dove e come ha vissuto. Si percepisce anche il suo orgoglio per come è riuscito a tener duro. Gira le spalle alla sua ex vita e riesce a riderci su. Se questo non è coraggio…
Allora non è che la frase “nella testa c’ho un grosso bordello che fa badabum badabum cha cha” rappresenta la sua difficoltà a vivere in strada, con regole rigide? Dove se si sgarra non si paga con la prigione, ma spesso con la vita. E la sua voglia di mettere il tutto in canzone.
Giusto l’altro ieri ho rivisto “the fast and the furious”. Il film rappresenta perfettamente la vita in periferia. Con bande ed il proprio territorio. Si fanno giustizia da soli, sia perché non credono nella polizia, che per mantenere il rispetto della propria banda, cosi difficilmente raggiunto.
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