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Red Hot Chili Peppers – Soul to squeeze

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Quanti di voi conoscono questa canzone dei Red Hot Chili Peppers? Purtroppo in pochi, sebbene questa canzone sia una delle più riuscite dai Red Hot. “Soul to squeeze” è la canzone più emblematica del quartetto californiano, sia per la sua storia che per i suoi contenuti.

Non è mai stata inserita in un album tranne che in “Greatest Hits” album raccolta della band uscito nel 2003, mentre il periodo in cui il singolo è uscito è il secondo momento buio della band, l’uscita dal gruppo del chitarrista John Frusciante.

Di questa canzone, John ha provveduto a registrarne le chitarre durante la produzione del leggendario album “Blood Sugar Sex Magic”, ma non apparve nel video della canzone del 1993.

Come altra curiosità questa canzone è stata utilizzata come colonna sonora del film “Coneheads”.
Per quanto riguarda invece la canzone, essa possiede un pedale di La come intro, dove Frusciante fa un riff di chitarra accompagnato dal crescente ingresso di basso e batteria che porta alla strofa della canzone.

La strofa, costituita sostanzialmente da basso e batteria è incantevole e profonda.
Una linea di basso semplice, ma che ogni bassista dovrebbe conoscere, regge da sola tutta la canzone, un tutt’uno con la cassa della batteria la quale continua solida con il rullante spesso in controtempo. Insomma, si sente la mano della coppia Flea-Smith.

Il ritornello apre verso temi meno cupi e di speranza, comunque segnati dal racconto-introspezione di questa canzone, un ferma-immagine della vita del cantante durante la sua disintossicazione dalla droga.

Sempre la droga, tema che accompagna anche la storica “Under the bridge” canzone dello stesso periodo. A differenza di questa però, le parole e le immagini che Kiedis descrive, sono più contorte e cupe.

E’ un vero peccato che una canzone del genere sia conosciuta solo dai più appassionati e non dal grande pubblico, molto probabilmente se fosse stata inserita all’interno di qualche album avrebbe raggiunto un successo pari ad “Under the bridge”.

Categories: Musica Recensioni Rock

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matteo