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Una canzone ingenua per riflettere

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I Cowboys Fringants fanno parte di quella serie di band della scena musicale quebecchese che uniscono a sonorità rock e pop quel sottofondo di musica folk che in un certo senso ben si addice ed amalgama il contenuto dei loro testi, quasi sempre impegnati sul fronte politico o sociale, e la trama musicale delle loro canzoni.

Ma per una volta anche i Cowboys Fringants si lasciano andare ad una chanson naïve, come definiscono loro stessi Tant qu’on Aura de l’Amour (Finchè ci resterà l’Amore). A dire il vero anche questa canzone riprende le tematiche tanto care alla band, che spesso si è occupata di far notare, attraverso le proprie canzoni, come siano le piccole cose ad essere importanti in un qualcosa di così fugace come la vita (Les Étoiles Filantes).

Ma in un certo senso Tant qu’on Aura de l’Amour si discosta dalle altre canzoni sullo stesso tema proprio perché lo affronta in modo leggero, spensierato, naïve appunto.
Il brano si apre con le parole del cantante che cita il titolo della canzone e la definisce una canzone ingenua, il tutto parlato e non accompagnato dalla musica. La musica inizia solo dopo queste parole, e si tratta di un bel motivo, allegro, spensierato, in vero stile folk ma soprattutto in vero stile Cowboys Fringants.

Eppure anche nel caso della melodia si nota una piccola differenza dalle altre canzoni della band, perché ci si trova davanti a una musica più festosa e meno cantilenante del solito, appunto a sottolineare la spensieratezza di tutto il brano.

Il messaggio è semplice ma quantomai utile e forse anche necessario in un mondo dove si tende a preoccuparsi troppo a cose materiali e soprattutto a vedere il lato negativo di tutte le cose. I Cowboys Fringants, infatti, invitano con la loro canzone a trovare delle sfumature di colore anche nelle zone grigie della vita, a vedere il lato positivo di tutto, a cominciare dal freddo invernale che permettere di stare più vicini a chi si ama, o dal vento che se quando si esce colpisce la faccia, significa che almeno al ritorno sarà a nostro favore, e anche la pioggia, non farà altro che servire a far crescere gli ortaggi.

Alla fine, quello che conta è avere l’amore, un tetto sulla testa e delle mura intorno per poter essere veramente felici e realizzati.
Insomma, una canzone ingenua ma che rimane un piccolo capolavoro proprio perché come tale si presenta, con la sua spensieratezza e senza avere la pretesa di essere un inno alla frugalità o una lezione di vita.

Categories: Musica Recensioni

matteo