“L’italiano medio” è un famoso pezzo degli articolo 31, nonché il titolo di un loro album uscito nel 2003.
Questa canzone mi piace particolarmente in quanto non parla di problemi sentimentali, di tradimenti, di rotture. Narra di come è la vita in Italia vista da una persona che ci ha vissuto per parecchi anni, nonché di quanto è cambiata.
Parla dell’italiano comune, con momenti tristi ma che poi passano, con i suoi comportamenti, quello che fa. Guarda la tv, vede com’è cambiata, canta, beve, legge la gazzetta d’inverno e novella 2000 in estate, guarda le veline, viene multato e se ne lamenta anche se sa benissimo di avere torto, gioca a calcio, va in giro il sabato sera.
Insomma si diverte, e anche se non è l’Italia dov’è cresciuto, li piace comunque.
Ricorda la comicità di allora e la paragona a quella attuale (il tragico Fantozzi la satira sociale). I protagonisti della tv che non ci sono più (oggi cerco Luttazzi e non lo trovo sul canale).
Crede in Dio, o comunque in un ente superiore (ho un santino in salotto, lo prego cosi vinco all’enalotto). Fa quello che molti non avrebbero il coraggio di fare: sperpera i soldi sapendo di rimanere al verde (quest’anno ho avuto fame ma per due settimane, ho fatto il ricco e Porto Cervo, che bello).
Ma ha comunque nostalgia dei vecchi tempi, dell’aria e del cibo sano (però ricordo collette di Natale, campi di grano ora il grano è da buttare). Però adesso sono stati sostituiti da altre cose, portate dall’industrializzazione, che hanno distrutto le vecchie ma non in un certo senso sono più comode (m’importa poco, oggi io vado al centro commerciale, ed il mio problema è solo dove parcheggiare).
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