“Studentessa universitaria” è un famoso pezzo di Simone Cristicchi.
La protagonista della canzone è una giovane ragazza che tra il lavoro e la scuola scelse di continuare gli studi. Si trasferisce, lascia gli amici, il suo ragazzo per andare a vivere da sola in una città dove non conosce nessuno.
Non dice in quale città si trasferisce, ma solo che viene dalla Sicilia. Ed in questa ha lasciato i ricordi dell’età più bella, in cui si è spensierati , i problemi e le preoccupazioni più grandi se le accollano i nostri genitori.
Poi si cresce e ci si accorge che bisogna prendere delle decisioni, le quali man mano che aumentano gli anni saranno sempre più decisive per il nostro futuro.
Ed a un certo punto ci si rende conto che la strada più facile non è quella che pensavamo. Ci si ritrova a dover scegliere tra gli amici e la scuola. Tra la solitudine e la possibilità di avere un buon titolo di studio.
Ci si trasferisce per andare all’università. Si arriva al punto di vivere per lo studio. Ci si sente felici perché si va bene a scuola (prendere un bel trenta per sentirsi più felici), ma non è vera felicità. Se non si ha altro ci si accontenta anche di niente. È felice perché ha preso il massimo, ma non lo può condividere con nessuno (ma soli e senza i tuoi amici).
Lasciare tutto per studiare, ci vuole coraggio. Prima mi chiedevo perché gli avvocati, i dottori, gli psicologi guadagnassero cosi tanto. Ora l’ho capito. Hanno sacrificato cinque anni della loro vita allo studio, mentre noi eravamo fuori a divertirci.
Ma ci si sente soli, se arriva qualcuno (chiunque) si è più felici. E lei aspetta un bambino (sfiori la tua pancia, dentro c’è una bella novità). E capisce che la vita va vissuta, non letta in un libro (la vita non è dentro un libro di filosofia). E con il bimbo ti sei avvicinata alla vita (e la sera ti ritrovi a pensare al futuro e ti sembra più vicina la tua serenità).
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