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System Of A Down: Toxicity, già per il medesimo brano varrebbe la pena

Questo gruppo è di origine armena, dell’Asia anteriore e la loro forza, anche bellezza, sta nel loro genere di musica che suonano: l’Heavy Metal. Denunciano la società troppo conformista, così egoista, accecata e disinteressata.

Il brano di apertura è intitolato Prison Song. Un’esplosione di violenza con melodie forti, urla che chiunque potrebbe pensare che il proprio dispositivo con il quale si ascolta il CD sia stato impossessato ma bisogna avere pazienza per udire le canzoni più interessanti.

Prima di arrivare al meglio toccheremo tre tappe sul quale consiglio soffermarsi. Esse sono Deer Dance, la seguente Jet Pilot e Chop Suey. Vi faranno ballare e cantare a perdifiato imitando le movenze come se avessimo una chitarra elettrica da poter maltrattare, movendo le dita in accordi anche inesistenti e forse se ce li ricordassimo chissà quali nuove scoperte avremmo fatto.

Eccoci arrivati alla fine dell’album, toccando il massimo con Toxicity e Aerials. Più della seconda la prima merita uno spazio tutto suo conquistandovi con quella carica che infondono le parole, trascinante e da tenere il ritmo con la testa sentendoci di spaccare il mondo alla fine di essa.

Io non sono del genere anche se non si direbbe dopo questa descrizione, ho conosciuto questa raccolta di brani da un mio amico e come lui, posso consigliarlo ad altre persone che anche se non fossero patite come me, sono curiose e vogliono farsi opinioni maggiori su quell’ambiente.

Come inizio non sarebbe male e si è liberi di far avvenire la possibile fine. Rimarrebbe comunque l’apertura mentale di aver allargato maggiormente i propri orizzonti con più chiarezza. Imperdibile per i fan, allettante per gli altri.

Categories: Musica Recensioni Rock

matteo