“Ti regalerò una rosa” è un famoso pezzo di Simone Cristicchi.
La canzone parla di una persona malata mentalmente (Antonio), delle sue emozioni, dei suoi pensieri. Antonio ama una donna con la quale ha avuto una relazione da fanciullo oppure è una donna anche lei malata (dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto ritagliando un angolo che fosse solo nostro, ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi. Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare eri come un angelo legato a un termosifone).
Si, dev’essere la seconda. Solo che poi, probabilmente, i medici se ne sono accorti e gli hanno impedito di vedersi. Ma lui ne è ancora innamorato, probabilmente perché il suo primo ed unico amore essendo sin da piccolo in un manicomio (mi chiamo Antonio e sono matto, sono nato nel 54 e vivo qui da quando ero bambino. Credevo di parlare col demonio, cosi mi hanno chiuso 40 anni dentro a un manicomio).
E le scrive una lettera, probabilmente non la prima, ma che probabilmente non le verrà mai data (ti scrivo questa lettera perché non so parlare, perdona la calligrafia da prima elementare). Sono 20 anni che non la vede, ma la ama ancora (e mi stupisco se provo ancora un’emozione ma la colpa è della mano che non smette di tremare).
E si paragona a cose guaste, sbagliate (io sono come un pianoforte con un tasto rotto, l’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi). Sente l’oppressione del manicomio, la sua bruttura, l’irrealtà (nella poca luce che trafigge i vetri opachi). Sa quello che il resto della società pensa di loro e che al massimo gli usa per farsi quattro risate e poi gli abbandona (per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura, puzza di piscio e segatura). Ed è consapevole che sarà sempre cosi, non si esce da questa situazione (questa è malattia mentale e non esiste cura).
Sa che non vale niente, è una cosa inutile. Cose venute male che nessuno vuole, nemmeno chi gli ha creati (i matti sono punti di domanda senza frase, migliaia di astronavi che non tornano alla base. Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole. I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole).
Ed è vero. Lui è matto, una persona che non ragiona. Ma è più pericoloso di una persona che si mette alla guida ubriaco? Che uccide? O più semplicemente che supera i limiti di velocità in auto? (ora prendete un telescopio… misurate le distanze e guardate tra me e voi chi è più pericoloso?)
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