Des Hommes Pareils è uno degli ultimi singoli del nuovo album di Francis Cabrel, grande cantautore francese, di origine friulana. Sembra quasi impossibile, ma dopo decenni di carriera più che affermata, Cabrel riesce ancora a produrre dei capolavori.
Questo brano non è altro se non un bellissimo inno all’uguaglianza e alla tolleranza, in un mondo sempre più multiculturale ma in cui la violenza e gli episodi di razzismo sembrano essere purtroppo sempre più presenti.
Il titolo fa capire da subito di cosa si parla: hommes pareils, infatti, significa uomini simili, perché questo è quello che vuol far capire Cabrel nella sua canzone, ovvero che siamo tutti simili nella nostra diversità.
Non importa se ognuno viene da dei luoghi fisicamente diversi, o se ha la pelle di un altro colore, se dorme per strada, o se fa lo stregone, se è cristiano, o se è musulmano, se ci si trucca, o se è centenario.
Quello che realmente importa è il sapere di essere tutti comunque simili, parte dello stesso mondo, perché se ci dimentichiamo questo, allora è anche inutile ricordarsi tutto quello che insegnano i libri di scuola. E’ questa la base, l’essenziale che bisogna ricordarsi sempre, tutto il resto è solo accessorio.
Cabrel, inoltre, usa una bella metafora per dare ancor più l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini, dicendo che tutti nuotiamo nello stesso acquario, come a dire che tutti gli uomini sono come dei pesci, coi loro mille colori diversi, ma allo stesso tempo così simili, accomunati dal ritrovarsi tutti insieme nello stesso spazio ristretto. Dopotutto, è proprio questa policromia, come la definisce Cabrel, a rendere la nostra somiglianza così interessante. Sarebbe davvero noioso il mondo se fossimo tutti uguali, dopotutto.
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