Biagio Antonacci è arrivato tardi al successo, quasi trentenne e a seguito di lunghi anni di gavetta.
Forse è proprio questo il segreto della sua longevità artistica: testi maturi, confezionati sì per piacere al pubblico, ma che hanno sempre qualcosa da dire e che lo fanno con quell’immediatezza e quella freschezza che li rende immediatamente riconoscibili.
“Il cielo ha una porta sola” è uno dei brani inediti contenuti nel cd omonimo uscito il 31 ottobre 2008, che contiene anche le interpretazioni di alcuni dei suoi più grandi successi in versioni riarrangiate.
Il brano parte in punta di piedi, attraverso un intro piano-voce dal sapore squisitamente intimistico e a mano mano cresce, sia dal punto musicale che di contenuto, sfociando in un’emozionante pioggia d’archi della parte conclusiva.
E’ una canzone d’amore nel senso più pieno e profondo del termine, dove si parla delle difficoltà di lasciarsi andare ad un nuovo sentimento, di tutte le scuse che ci raccontiamo per proteggerci dalle eventuali delusioni che potrebbero derivarne.
Biagio sa come arrivare dritto al cuore dei fan e in questa raccolta sfrutta al meglio le sue doti comunicative: in un crescendo musicale che è anche e soprattutto emotivo, il cantautore milanese lancia un auspicio a credere ancora e a dispetto di tutto nell’amore, motore unico e insostituibile dell’esistenza.
Quello raccontato è un amore a distanza, dove la distanza fisica è anche distanza emotiva, e l’autore mette in luce il bisogno di fantasticare l’immagine dell’altra per sentirla un po’ più vicina a sé.
Ma questa reale vicinanza verrà conquistata solo nel momento in cui lei avrà il coraggio di puntare su di lui; e qui le fan andranno sicuramente in brodo di giuggiole: come resistere all’accorato appello cotanto cantautore?
E, piccola postilla finale, le vendite sembrano mostrare che il rapporto Biagio-pubblico non conosce crisi.
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